Gli assistenti vocali sono entrati nelle nostre vite in un modo che in passato potevamo vedere solo nei film e telefilm di fantascienza. Negli anni ’80 Michael Knight che parlava con Kitt per dare i comandi alla Supercar sembrava qualcosa di impossibile.
Eppure oggi nelle nostre case, telefoni, computer portatili e, più recentemente, nelle nostre auto, ci sono assistenti vocali che ci capiscono ed eseguono i nostri comandi.
Dal momento che l’uso questi assistenti sta diventando sempre più intenso e continuo, la possibilità di richiamarli ha avuto la necessità di diventare standardizzata.
Per questo motivo Google ha compiuto un passo importante verso la standardizzazione degli assistenti vocali, rendendo il tasto “assistente” un pulsante ufficialmente riconosciuto.
In un documento, Dmitry Torokhov, dello Staff Software Engineer di Google, ha presentato all’USB Implementers Forum, una proposta per l’aggiunta di una chiave “Assistente contestuale al desktop” nello standard USB HID (human interface device).
Per capirci: lo standard HID USB viene utilizzato sia dagli accessori USB che Bluetooth per inviare dati relativi ai tasti e ai pulsanti premuti. Tastiere e altri dispositivi di interfaccia, quindi, potranno avere tasti dedicati o pulsanti per avviare gli assistenti vocali.
Non solo Google Assistant, serve a tutti gli assistenti vocali
È necessario fare una precisazione. USB-IF non ha standardizzato la chiave Google Assistant, ma solo una generica chiave “assistente”.
Il fatto che si tratti di un pulsante generico significa che Google ha gettato le basi, non solo per il proprio assistente vocale, ma anche per l’assistente di qualsiasi altro sistema operativo.
Il vantaggio è per tutti perché lo standard USB-HID viene utilizzato ovunque, sia tramite porte USB sia tramite Bluetooth.
Qualsiasi produttore, anche terza parte (diversa da Google), potrà creare una tastiera o qualsiasi altro accessorio con un pulsante generico per il richiamo dell’assistente vocale.
Apple e Microsoft quindi, avranno l’opportunità di implementare il tasto “assistente” appena standardizzato. Così sotto Windows l’assistente richiamato sarà Cortana e sotto Apple sarà Siri.
È ovvio che ogni sistema operativo darà agli utenti la possibilità di personalizzare il proprio assistente vocale da richiamare con la sola pressione di un tasto.
Perché l’iniziativa di Google
Ma qual è l’obbiettivo di Google? Crome OS è un sistema operativo troppo poco diffuso per essere una leva commerciale.
Io credo che sia quello di poter aggiungere un tasto su tutti gli smartphone Android per il richiamo diretto dell’assistente vocale. Uno dei limiti di Google Assistant è che non lo si può chiamare in causa se il telefono è bloccato, è sempre necessario sbloccarlo prima con sistemi sicuri e non riproducibili come invece è la voce.
L’obbiettivo quindi potrebbe essere quello di saltare un passaggio nell’avvio dell’assistente vocale sugli smartphone Android, magari con un tasto specifico dotato di riconoscimento dell’impronta digitale.
Un altro vantaggio di Google sarebbe quello di avviare l’assistente vocale tramite un tasto su una tastiera collegata ad un sistema operativo Android che, come molti già sanno, oltre agli smartphone è anche su
- Smart TV
- Tv Box
- Google Home
- Automobili
Il che vuol dire che anche in auto potremo avere un tasto al volante per attivare gli assistenti vocali.
in ogni caso per il momento si tratta solo della definizione dello standard. Solo perché un tasto è stato standardizzato non significa che le future tastiere lo includeranno.
Ci sono un sacco di tasti standard che non ci sono più sulle tastiere, come quello dedicato VCR o il tasto Bass Boost. È probabile che tra qualche decina di anni, le generazioni future potrebbero chiedersi come mai le tastiere avessero avuto bisogno di un tasto per gli assistenti vocali.
Scrivo articoli e guide per aiutare le persone a superare gli ostacoli che sorgono nell’uso di tecnologie digitali, nuovi media, social network.
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