L’asta per l’assegnazione delle frequenze 5G, destinate ad ospitare i segnali degli operatori telefonici per la connettività mobile di quinta generazione, si è conclusa. Le stime per gli incassi derivanti da questa asta erano di 2,5 miliardi di Euro, gli incassi saranno superiori ai 6,5 miliardi di Euro.
Manna dal cielo per le casse dello stato. Ed è un record, in altri stati (Corea, Regno Unito) si è pagato meno di un terzo di questa cifra.
Sono state 14 le giornate dedicate ai rilanci durante le quali i big della telefonia mobile si sono sfidati per conquistare l’ambito bottino. Le frequenze 5G, con le loro promesse di tecnologie di altissimo livello, fanno gola.
La sfida sulla banda 3,6 Ghz – 3,8 Ghz è stata dura
Il duello è stato all’ultimo sangue sopratutto per l’aggiudicazione della banda delle frequenze 3,6 Ghz – 3,8Ghz. Ne sono usciti vincitori Tim e Vodafone che si sono aggiudicati blocchi di frequenze dell’ampiezza di 80 Mhz.
I due operatori di telefonia mobile potranno quindi offrire servizi di qualità più elevata rispetto alla concorrenza. Concorrenza che su questa banda è rappresentata da Tre Wind e da Iliad i quali però hanno ottenuto solo blocchi da 20 Mhz.
La banda 3,6 Ghz – 3,8 Ghz era la più ambita e infatti è stata oggetto di contesa fino all’ultimo rilancio. Il motivo sta nel fatto che questa banda offre due grandi vantaggi.
Su queste frequenze sarà possibile trasmettere il 5G utilizzando le stesse postazioni utilizzate finora per le comunicazioni mobile di generazioni precedenti. Inoltre le frequenze 5G di questa banda, sono quelle che serviranno le grandi città e il loro grande bacino di utenza.
La banda di frequenze 2,7 Gigahertz
Per la banda 2,7 giga i contendenti
- Tim
- Vodafone
- Iliad
- Fastweb
- Wind Tre
si sono aggiudicati un blocco di frequenze ciascuno. Qui sembra che non ci sia stata alcuna sfida e che i contendenti si siano spartiti la banda senza spargimenti di sangue.
La spesa sostenuta dagli operatori di telefonia mobile, infatti, va da circa 32, 5 milioni di euro pagati da Wind Tre, ai circa 33,2 milioni di euro sborsati da TIM.
Addio al doppino telefonico
La banda delle frequenze 5G a 2,7 Ghz è di una certa importanza, grazie ad essa infatti sarà possibile superare il collo di bottiglia che frena la crescita della connettività domestica.
Fino a oggi infatti l’ultimo miglio, quello che va dalla centralina telefonica di strada fino a casa, è stato coperto con un doppino in rame. Doppino che, fin dai tempi dell’ADSL, ha evidenziato essere l’anello debole della catena.
Sul doppino telefonico infatti si sono sempre concentrati gli studi per trovare il modi di far viaggiare i dati alla velocità più alta possibile.
Su questa banda sarà possibile spostare tutte le connessioni cabinet to home, mandando il pensione il famigerato doppino telefonico e liberando la catena della connettività domestica dal fardello ereditato dal passato.
Non c’è da aspettare molto per sapere se dovremo rimpiangere il doppino o gioire per il suo pensionamento, negli Stati Uniti la società Verizon ha iniziato, proprio in questa settimana, la commercializzazione degli abbonamenti con connettività 5G in diverse grandi città come Houston, Indianapolis, Los Angeles e Sacramento.
Scrivo articoli e guide per aiutare le persone a superare gli ostacoli che sorgono nell’uso di tecnologie digitali, nuovi media, social network.
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