Facebook ha definitivamente perso il suo momento magico e infila uno scivolone dietro l’altro. L’ultimo in ordine di tempo riguarda la comunità gay e Facebook anche in questa occasione ha toppato di brutto. In precedenza lo scandalo Cambridge Analytica aveva avviato la serie dei passi falsi del colosso di Menlo Park che l’hanno fortemente penalizzato il valore alle azioni e di conseguenza alla società stessa. La perdita di capitalizzazione non è stata recuperata nemmeno dopo la pubblicazione dei dati trimestrali, che in calo, hanno deluso le aspettative degli investitori.
Facebook sta provando in tanti modi a contrastare l’emorragia di utenti. Però non è la prima volta ceh Facebook si rende complice di campagne inqualificabili come questa. Così non riuscirà facilmente ad invertire la tendenza
Perché i gay ce l’hanno con Facebook
Il fatto è questo, un’inchiesta del Daily Telegraph ha svelato che molti utenti gay sono oggetto di pubblicità mirate al loro orientamento sessuale. Queste pubblicità promuovono terapie per la cura dell’omosessualità (?!). Gay e Facebook un opportunità per fare business, che vergogna.
Cliccando sulla voce “perché visualizzo questa inserzione?”, gli utenti hanno potuto scoprire che gli annunci pubblicitari erano stati impostati per essere mostrati solo agli omosessuali. Come nel caso di una donna che, navigando sul social, ha visualizzato l’inserzione “l’omosessualità era la mia identità“. Ed ha commentato: “Io non capisco come Facebook possa permettere a queste persone di indicizzare gli individui LGBTQ, chiaramente accomunati dallo stesso tipo di interessi, per poi poterle umiliarle attraverso un odio mascherato da amore“.
Gay e Facebook allo scontro
Ovviamente la vicenda ha suscitato molto clamore. Clamore manifestato pubblicamente dalle organizzazioni a difesa dei diritti dei consumatori e degli omosessuali, che si sono scagliati contro Facebook. Le organizzazioni hanno diffidato il social network dall’utilizzare queste pubblicità aggressive mirate alla comunità gay.
L’avvocato dell’organizzazione no profit Big Brothers Watch, Griff Ferris ha rilasciato delle dichiarazioni: “Il fatto che Facebook non abbia solo permesso, ma lucrato su una pubblicità così mirata, che mascherata da richiesta d’aiuto offendeva decine di uomini su un qualcosa di così personale come la loro sessualità, è veramente disgustoso e distopico. Il targeted advertising utilizza le informazioni private per sfruttare le paure, i desideri e i pregiudizi più profondi della gente. È una pratica che deve essere limitata per proteggere i diritti delle persone”.
Il provvedimento di Facebook
Facebook, come spesso avviene in questi casi, ha diramato un comunicato per rispondere alle accuse. Un portavoce del social network ha reso noto che le inserzioni incriminate sono state bloccate e di conseguenza e non sono più visibili sulla piattaforma. Le norme per le inserzioni di Facebook prevedono infatti che “Gli annunci pubblicitari non devono sfociare in pratiche pubblicitarie predatorie o contenere contenuti che discriminano, molestano, provocano o screditano le persone che usano Facebook o Instagram“.
Sappiamo bene che Facebook ci conosce molto bene, troppo bene. Ma il troppo storpia e questa volta il business ha travalicato un confine che doveva essere assolutamente presidiato. Il sistema di Facebook continua a mostrare grosse carenze. Ne riparleremo al prossimo scivolone di Facebook sperando che non sia di cattivo gusto come questo.
Scrivo articoli e guide per aiutare le persone a superare gli ostacoli che sorgono nell’uso di tecnologie digitali, nuovi media, social network.
Lascia un commento